Molti Blog d’Italia hanno aderito allo scipero, indetto contro una legge che mina alla base la libertà d’espressione nel nostro paese.
Il progetto che sta alla base di tutto l’operato di questo governo culmina in questo attentato alla libertà informativa portata da internet. Non mi riferisco tanto all’obbligo di non pubblicare notizie false ed aleatorie (legittimo), che bisogna smentire antro 24 ore dalla pubblicazione, pena 10000e di multa, quanto alla totale libertà di ricatto (nei confronti del giornalista, professionista o dilettante) che potrà avere chiunque sia oggetto di una notizia più o meno veritiera.
In uno stato nel quale le notizie vere e quelle reali spesso non coincidono, a causa di un abile filtro politico, sarà facile trasformare la libera informazione in libero condizionamento.
Dopo questo breve comunicato manifesto la mia partecipazione al blocco, altrimenti non palese a causa di prolungata inattività.
Chissà che domani non mi ritrovi una minatoria mail di richiesta di smentita anche per questo scritto.
]]>Dopo 17 anni di coma vegetativo si è spenta alle otto e dieci, nella clinica “La Quiete” di Udine.
Adesso basta con le battute camuffate da serie considerazioni, come la tristemente famosa “sarebbe in grado di procreare”. Basta ai parlamentari senza la dignità per rispettare un lutto. Basta alle trasmissioni più o meno di parte che hanno fatto della vicenda uno straordinario generatore di audience.
basta ai decreti versus, non ad, personam che vengono fortunatamente bloccati da una delle poche personalità politiche che ancora hanno una loro dignità.
Basta alle minacce del Ministro della Salute. Basta anche ai ricatti sul sequestro della stanza di Eluana.
Basta alle accuse a suo padre.
Basta alle vaticaniste influenze sul nostro laico stato. Per chi crede non è forse passata a una vita migliore, una vita migliore eterna?
basta alle vane parole, ai dibattiti, agli insulti, litigate, risse parlamentari, manifestazioni per la vita, per la morte, cubitali titoli fuorvianti.
Basta.
]]>Oltrepassando la mera battuta, riflettendo sul suo significato profondo, ciò che si prova passa dal sorriso appena la frase viene raccontata, alla malinconia che rievocano le stesse parole. Parole che sottolineano come la situazione degli ebrei fu sempre quella di nomadi, ma non per scelta. L’essere obbligati a vivere in un modo, a sopravvivere in un modo che non è adatto nemmeno alle bestie.
Mi piacerebbe riflettere sul perchè della definizione “giornata della memoria”. Perchè della memoria e non del ricordo? Forse la parola memoria è più d’impatto. E’ quasi un monito verso chi in futuro vorrà rimettere in piedi ciò che hitler ideò. La memoria dell’olocausto di ebrei, omosessuali, zingari, prigionieri politici ed altri esseri umani, ricodiamolo sempre, deve essere mantenuta. Può darsi che causi una sensazione di vergogna, ma è il giusto prezzo che dobbiamo pagare per non ricadere di nuovo nello stesso errore.
Allo stesso tempo dobbiamo ricordare chi morì a causa della follia dell’uomo, ma dobbiamo anche ricordarci di non favorire altri genocidi, anche se spesso non riusciamo ad evitarlo, a prevenire che la bestialità prevalga sulla ragione.
Spero sinceramente che quel violino continui a suonare.
]]>La storia dell’ormai abituale conflitto è composta da consuetudini, da ripetizioni continue, da frasi introdotte da “nuovamente”, dai più odiosi degli usi.
Da una parte uno stato che è il prodotto dei vincitori della seconda guerra mondiale, uno stato che non si occupa di rispettare chi non marcia sotto la sua bandiera o rispetta solo chi milita sotto la bandiera di chi è più potente. Dall’altra un’associazione che fondamentalisticamente, quasi come lo stato ad essa stessa opposto, difende le proprie posizioni, violando quel confine, sottile, che divide la legalità, il battersi per valori reali, dall’indiscriminata e terroristica azione di guerra. La legge del taglione non è giusta. E’ anzi ciò che regola il ribaltamento di fronte all’interno di una discussione. Chi intraprende azioni come quella di Hamas, lanciando missili verso il territorio israeliano, o attacca e rade al suolo le case dei propri nemici, come le forze israeliane, non può essere il detentore della giustizia. Chi non utilizza la strada diplomatica, preferendo metodi violenti, sbaglia inevitabilmente.
Nuovamente in israele ci sono due gruppi estremisti, troppo sciocchi e convinti delle proprie tesi, per scendere a patti l’uno con l’altro. Due gruppi ai quali non importa delle rispettive popolazioni, quanto di ottenere il predominio sull’oppositore. Una mosca astuta che attacca un grosso rospo gracidante e sciatto, per riprendere il pensiero di Amos Oz. L’uno debole, l’altro potente. L’uno astuto, l’altro dai pachidermici movimenti. Ma entrambi inclassificabili come bene o male.
Nuovamente sappiamo chi vincerà. Nuovamente conosciamo il destino della minoranza di turno. Nuovamente affiora il fatto che le popolazioni non si odiano, ma sono le loro autorità ad odiarsi. A scannarsi per evitare di raggiungere la pacificazione, perchè l’impressione è che velatamente si ricerchi la guerra e non la pace.
Non so quanto la mia speranza possa influenzare chi di dovere. Non so quanto aiuterà e potrà aiutare. Ma nuovamente spero che Israele ed Hamas abbandonino le armi per sedersi ad un tavolo e discutere in modo corretto, senza tenere una pistola carica puntata in fronte all’altro.
]]>Mariastella Gelmini, la più amata, si fa per dire, ministro del’istruzione degli ultimi dieci anni, ha aperto un canale sul browser video più popolare e conosciuto.
L’intento è quello di “non difendere mai lo status quo e di non arrendersi mai ai privilegi ed agli sprechi”. Non so perchè, però, leggendo i vari commenti inviati nella rete, ed estrapolando quelle idee più significative, mi sembra una decisione di facciata che va contro l’etica della politica della quale in questi giorni si è parechio parlato.
Che senso ha, in primo luogo, aprire un canale di dialogo dopo che le decisioni sono state prese? Perchè questo non è stato fatto quando il confronto costruttivo era ancora possibile?
Il dare la possibilità di libera espressione su questo canale di Youtube mi sembra una finta, in quanto discutere di qualche cosa che è già stata approvata ed è entrata in vigore è un qualche cosa che non porta a nulla, una discussione fine a se stessa. Il computer acceso sulla pagina iniziale di Google è poi un evidente esempio dello studio pubblicitario e di apparenza che è stato fatto sul video.
Intendiamoci. Non sono a favore di coloro che manifestando hanno distrutto vetrine o incendiato automobili. Nella mia città ho partecipato ad un corteo assolutamente pacifico che ha sfilato per ore nella strada principale per difendere la scuola. Forse la Gelmini dovrebbe abbassarsi ogni tanto a scendere nelle piazze ed a confrontarsi ad armi pari con chi manifesta, ascoltando le opinioni di chi in piazza ha delle idee e non va solo per fare casino.
In alcune scuole vanno avanti l’autogestione, le lezioni aperte, e tutte quelle iniziative molto democratiche, e non anarchiche come qualcuno le definisce, che permettono uno scambio di idee valido.
Secondo me siamo giunti alla massima espressione dell’ipocrisia. Il chiedere alla gente di esporre le proprie opinioni a proposito di ciò che è ormai irrevocabile, salvo azioni come referendum o raccolte di firme, esprime appieno il modo di fare di una parte politica che, come ho già detto, si diletta ad attaccare l’opposizione, anzichè svolgere il suo lavoro amministrativo.
“dobbiamo avere il coraggio di cambiare… e lo dobbiamo fare INSIEME”
Per chi non lo avesse visto o trovato mi permetto di pubblicare il video della Gelmini.
]]>Quello che sta succedendo questa settimana si può collegare al conflitto di interesse che aleggia nell’aria intorno alle mani del presidente del consiglio.
In Italia la situazione mediatica è a dir poco critica. Gran parte dei giornali sono attribuibili ad una o all’altra parte politica. Per non parlare della televisione analogica. Almeno tre canali sono direttamente in mano al “massimo esponente del partito a noi avverso” come avrebbe detto Veltroni. Delle altre tre reti pubbliche una resiste strenuamente alla mutazione ideale, mentre un’altra permette ogni settimana un piccolo spazio a programmi come quello di Michele Santoro, che con l’editto conosciuto come Bulgaro era stato cacciato dalla RAi insieme con Enzo Biagi e Michele Luttazzi. Non si tratta di monopolio, ma di duopolio non troppo bilanciato.
Personalmente sono abbonato alla televisione satellitare trasmessa in Italia. Ne potrei anche fare a meno, poichè non passo la maggior parte del tempo davanti alla tivvù. Quello che trovo davvero interessante, della televisone satellitare, è il numero di canali diversi che si possono captare. In questo modo si può sempre e comunque scegliere cosa guardare e non essere costretti a seguire una televisione analogica che non sempre è politically correct.
Anche se la situazione non era troppo buona, visti anche gli ultimi rialzi del costo dell’abbonamento, si poteva comunque decidere, il libero arbitrio televisivo era ancora possibile.
Due fatti mi impensieriscono però. Il primo è la decisione di trasmettere il digitale terrestre via cavo in tutta Italia, andando mano a mano a sostituire la televisione analogica. Non dimentichiamo da chi è commercializzato il digitale terrestre. Proprio per questo mi impensierisce la decisone presa.
Il secondo fattore di preoccupazione è l’aumento dell’aliquota dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) sulle televisioni satellitari, che in Italia è una sola. Non so per quale motivo è stato preso questo provvedimento. Mi sembra sospetto il fatto che chi lo ha adottato è il principale concorrente dell’unica azienda che risente della variazione, in quanto un aumento del costo diminuisce la domanda.
La situazione politica italiana è molto peggiore di quanto avessi potuto pensare. Forse sarebbe meglio avere un governo che agisce in modo disinteressato, se non nei confronti della “ragion di stato”, ed un’opposizione sparuta, che a vere due opposizioni in lotta e nemmeno un governo che si occupa davvero del nostro paese. L’Italia sta cadendo in un profondo coma reversibile, se non trascurato. Mi auguro che chi di dovere voglia agire in tempo ed evitare il peggio. Altrimenti non resta che dire “Buona notte all’Italia…”.
]]>Invece no. Ci eravamo tutti sbagliati. Siamo sempre nei cuori dei nostri politici che tanto bene amministrano il nostro stato.
E’ infatti da poco nata la fantomatica, e fantascientifica, Social Card. Una carta di credito prepagata che verrà concessa in base ad alcuni parametri. Su questa carta verranno caricati ogni mese ben 40€, con i quali si potranno fare acquisti nei negozi convenzionati, che applicheranno inoltre alcuni sconti.
Davvero ottimo come provvedimento. Permetterà al glorioso popolo italiano, ormai condizionato a rovistare tra gli scarti dei mercati, di sopravvivere un po’ di tempo di più.
Non so a voi, ma a me sembra piuttosto falso come provvedimento. Specie se poi, leggendo i giornali, si scopre che Daniel Bernard, capo del CDA di una nota catena di supermercati, è stato licenziato poichè le azioni hanno perso 56€ di valore in 5 anni. Questa motivazione sarà sicuramente legata alla sua amministrazione, che era incentrata su un ribasso notevole dei prezzi. Dal mio punto di vista, non certo quello di un economista, la perdita azionaria è comunque legata all’attuale crisi economica. Ma ammetto che queste posso essere semplici congetture.
Posso però citare altri due esempi. Ho avuto modo di informarmi a proposito dei PCT, i finanziamenti Pronti Contro Termine. Si tratta di un tipo di operazione bancaria nella quale per un breve termine il cliente presta alla banca una certa somma di denaro, che il venditore, l’istituto di credito, impegna su azioni o obbligazioni di vario tipo. Allo scadere del Termine, breve, da uno a tre mesi, per arrivare ad un anno, il cliente riaquisisce la somma di denaro, più un interesse che la banca concede, che è certamente inferiore rispetto alla crescita delle azioni, ma che è molto simile alla crescita tipica dei titoli di Stato. Il vantaggio che ne trae il cliente è una crescita della quantità di denaro sicura. La banca può invece contare su una certa somma di denaro che sarà certamente disponibile per un certo periodo.
Vengo al dunque dopo aver introdotto l’argomento. Dai dati dello scorso dicembre (2007) si evince che i PCT non hanno un importo minimo, in genere, o l’entità di questo importo è di circa 1000€. Non bazzeccole, ma un importo pur sempre raggiungibile. Documentandomi ho notato una crescita sostenuta degli importi minimi. Fino a giungere ad alcuni istituti con un minimo di 25000€. E non istituti per VIP o personalità del mondo economico. Ma banche Popolari o Artigiane, che hanno quindi canoni ed importi gestiti meno ingenti, se presi singolarmente. Tuttavia la cifra è decisamente esosa, e difficilmente raggiungibile, anche da una persona fisica o una famiglia di ceto medio. Al posto di donare 40€ al mese ad alcune famiglie, per “arginare la crisi” non si sarebbe potuto clausolare, dopo il risanamento statale delle banche investite dal crack, una limitazione degli importi minimi per gli investimenti o qualsiasi altro sostanziale provvedimento relativo all’investimento di risparmi? In questo modo non si sarebbe toccato il bilancio statale, ma semplicemente si sarebbe istituito un rapporto di “io ti aiuto, tu mi aiuti”.
E questo era uno dei commenti. Il secondo è relativo alle manovre effettuate a proposito del prezzo della benzina e del gasolio. Con l’attuale crisi finanziaria il prezzo del petrolio è tornato piuttosto basso, con relativo abbassamento dei prezzi dei singoli carburanti. Ma all’indomani dell’inizio del calo dei prezzi la manovra statale è stata quella di bloccare i prezzi dei carburanti. Non di rimuovere le accise sugli idrocarburi che ingiustificatamente persistono da molti anni. Su un blog piuttosto visitato ho trovato il seguente elenco di tutte le accise a tutt’ora in vigore.
L’elenco completo comprende le seguenti accise:
1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935;
14 lire per il finaziamento della crisi di Suez del 1956;
10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
10 lire per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966;
10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980;
205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
22 lire per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
39 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
La somma di tali accise evidenzia, pertanto, una tassazione di 485,90 lire (ossia 25 centesimi di euro) per ogni litro di carburante acquistato.fonti: Corriere della Sera e Wikipedia
tratto da: Frecciatricolore
Non è molto chiaro il motivo per il quale quando i prezzi dei carburanti aumentano non si possono bloccare, mentre quando scendono il provvedimento è pressochè immediato. Forse sarebbe meglio interrogarsi su questa stranezze del nostro Bel Paese.
]]>Il fato che ogni tanto offre a tutti un bel cucù. Come quello del nostro cavaliere in quel di Ballarò due giorni orsono.
Un pout pourri di “non le permetto” più o meno rabbiosi e offensive locuzioni ai danni degli ospiti, vittime del clamoroso cucù.
Berlusconi è stato definito assassino della democrazia. Cucù. Ma non è vero, è solo un’apparenza anche questa. Lui i “non le permetto di” li usa solo per moderare la discussione. Povero silvio. Nel suo album di televisioni italiane manca solo Rai Tre e non gliela scambia nessuno.
Forse un bel cucù lo farà Villari quando tornerà reperibile. O magari sarà il cavaliere errante che colpirà per primo, magari con un sonoro cucù in qualche altra trasmissione bisognosa di moderazione a suon di “non le permetto”.
In me l’empatia cresce quando racconta le sue nobili gesta. Era arrivato nella sua villa. Neppure invitato. Eh… Cucù. i rappresentanti di UIL e CISL con membri del governo che gozzovigliavano nel suo salotto. E chissà alla CGIL quando hanno scoperto che i loro compagni di gioco tramavano per fare anche a Epifani un bel cucù.
CUCU’
24/11/2008
]]>